MELANZANE - ESTATE ANDALUSA. (Nasu: Andalusia no natsu - 2003)
(cortometraggio d'animazione)
Regia di: Kitaro Kosaka
Sceneggiatura di: Kitaro Kosaka
Tratto dal manga di: Iou Kuroda
Prodotto da: Masao Maruyama
Produzione: MadHouse
Animazioni: MadHouse
Edizione Italiana: ShinVision
USCITA ITALIANA: SETTEMBRE 2006 (DVD)
Lo stile Ghibli è inconfondibile. La qualità MadHouse è indiscutibile. Kosaka può essere una sorpresa, ma in fondo non lo è. Supervisore e direttore delle animazioni per oltre un ventennio in quello studio in cui letteralmente "si crea la magia" nella terra del sol levante: lo Studio Ghibli, in cui ha portato la sua esperienza in lungometraggi come "Laputa - Il Castello nel Cielo" (1986), "Una Tomba Per Le Lucciole" (1988), "Principessa Mononoke" (1997), "La Città Incantata" (2001) e "Il Castello Errante di Howl" (2004) tra i maggiori titoli. Ma per questo interessantissimo progetto ritroviamo anche Naoya Tanaka, character designer, altro nome noto dello studio d'animazione di Miyazaki e Takahata.
La storia che da vita a questo mediometraggio è tratta direttamente dal manga di Kuroda, una storia che ha poco, anzi nessun sapore della terra del sushi e porta sullo schermo sapori ma anche odori di una terra a noi più vicina: l'Andalusia. La cultura di uno sport tutto europeo, le tradizioni locali e le vicende personali rappresentano i punti cardini dell'intera storia. Questo giorno per la piccola località del sud della Spagna è speciale. La "vuelta", il giro di Spagna, passa proprio per le vie cittadine ma l'esaltazione è solamente per Pepe, il corridore professionista che è nato e cresciuto proprio in quelle vie. Il giorno è importante anche perché il fratello di Pepe, Angel, si sposta con l'ex fiamma del ciclista, Carmen. Questioni personali dunque si mischiano a problemi d'ambito lavorativo. Quella squadra ciclistica di cui lui è gregario infatti vorrebbe sacrificarlo, almeno secondo le volontà dello sponsor, ma la sorte vuole che il favorito e campione della squadra, Gilmore, si ritiri e Pepe, con un tocco di orgoglio, decida di intraprendere una fuga solitaria contro anche l'idea dell'allenatore.
La storia narra principalmente le gesta del protagonista, ma a fare da co-protagonista troviamo lo splendido scenario, le ambientazioni del sud della Spagna e i colori di una terra che anche l'autore di quest'anime (oltre a quello del manga) hanno chiaramente amato. Ogni particolare, dai costumi all'architettura, trasuda cultura spagnola. Ma anche il ciclismo sembra studiato, vissuto, calcolato. Uno sport forse non facile da comprendere, specialmente in terra nipponica. I soggetti principali sono sempre in primo piano. I fratelli Pepe e Angel sono sotto il microscopio delle lenti delle telecamere (virtuali) e pochi flashback servono a chiarire rivalità e rancori. Pochi altri sono comprimari, come l'allenatore e la squadra di Pepe da un lato e Hernandez, il proprietario del Bar, e tutti gli invitati al matrimonio dall'altro. Importanti per spezzare la tensione sono i piccoli momenti comici e l'allegra atmosfera che in generale aleggia su tutta la storia. Ma l'attenzione dell'intera cittadina è tutta sulla corsa e sul corridore compaesano. Ottima anche la cura per i dettagli, oltre che per le ambientazioni, anche per i nomi delle squadre e i colori delle loro divise: Pamei per Mapei o P-com per T-com nel rispetto dei diritti di copyright e altri brand (paganti) presenti senza storpiature di forma. Kosaka, anche se al suo esordio in regia, dimostra una grande maturità guidando l'attenzione degli spettatori sempre al centro delle vicenda.
Cambiando argomento, passiamo all'aspetto visivo, senza d'ubbio la parte migliore dell'intera produzione. La prima di Kitaro Kosaka, braccio destro dei maestri Miyazaki e Takahata, affermazione che da sola vale più di un curriculum, è davvero un ottima prova. Anche se una produzione della durata di meno di un ora, cosa che non lo piazza nella categoria dei lungometraggi, Estate Andalusa è, sopra ogni discussione, un progetto notevole, dalla qualità visiva strepitosa. Al reparto animazione troviamo lo studio MadHouse che di certo non ha bisogno di presentazione sulla loro qualità visiva. Fondali eccezionali, animazioni superlative e piccole incursioni di animazioni CGI sono alla base di questo progetto. Riguardo quest'ultimi sono stati utilizzati in poche scene, soprattutto in quelle stradali, ma molto ben filtrate, che ricordano proprio quei piccoli interventi che lo Studio Ghibli ha utilizzato per Howl. Sorprende molto la cura nell'illustrazione del mondo del ciclismo, dai singoli ciclisti, tra postura e muscoli, fino ai movimenti delle intere squadre. Il culmine è raggiunto nelle ultime centinaia di metri della corsa, momento in cui gli spasmi non solo facciali degli atleti sono al centro dell'attenzione. In questo momento a cambiare è anche lo stile visivo, il disegno. I tratti si fanno più duri, più convulsi; i colori si fondono quasi insieme per un senso di velocità quasi palpabile. Pochi secondi per poi ritornare com'era tutto iniziato.
Melanzane - Estate Andalusa è un prodotto di altissimo livello, anche se considerato principalmente il biglietto da visita di Kitaro Kosaka, come a voler dire "sono pronto, adesso posso dirigere una grande produzione". Ma comunque si tratta di un ottimo mediometraggio, una storia davvero appassionante, come pochi prodotti animati hanno saputo portare sullo schermo; intensa, con un intermezzo all'ultimo metro e un buon finale, per non parlare della cura dei dettagli e dell'aspetto visivo. Molti prima della visione potrebbero anche chiedersi il perchè della presenza della parola "Melanzana". La risposta si trova nella cultura del posto, nei prodotti culinari e perfino nella gente. Un segno, un legame che lega tutti i personaggi della storia. Un mediometraggio consigliato veramente a tutti, senza nessuna restrizione. Peccato soltanto per la modalità video 4:3 originale, cui sarebbe stata perfetta una più cinematografica 16:9.
A portare in Italia il mediometraggio è il distributore ShinVision, che inserisce nel suo ricco catalogo un altro ottimo prodotto animato, lavoro garantito anche da un eccellente lavoro dei doppiatori, di cui tra i maggiori troviamo Lorenzo Scattorin, Marco Balzarotti, Cinzia Massironi e Riccardo Rovatti, senza dimenticare il loro direttore Gualtiero Cannarsi, più che una garanzia nel settore. Il mediometraggio è uscito in patria nell'estate 2003, mentre arriva nel nostro paese tre anni più tardi, la prima volta inserito all'interno della collana Japan Animation della DeAgostini, edizione curata da ShinVision e poi passata in mano alla Exa Cinema e alla sua giovane etichetta Fool Frame che ne cura un'edizione speciale multi disco con molti inserti speciali.
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(Nasu: Andalusia no natsu - 2003)
(cortometraggio d'animazione)
Regia di:
Kitaro Kosaka
Sceneggiatura di:
Kitaro Kosaka
Tratto dal manga di:
Iou Kuroda
Prodotto da:
Masao Maruyama
Produzione:
MadHouse
Animazioni:
MadHouse
Edizione Italiana:
ShinVision
USCITA ITALIANA: SETTEMBRE 2006 (DVD)
Lo stile Ghibli è inconfondibile. La qualità MadHouse è indiscutibile. Kosaka può essere una sorpresa, ma in fondo non lo è. Supervisore e direttore delle animazioni per oltre un ventennio in quello studio in cui letteralmente "si crea la magia" nella terra del sol levante: lo Studio Ghibli, in cui ha portato la sua esperienza in lungometraggi come "Laputa - Il Castello nel Cielo" (1986), "Una Tomba Per Le Lucciole" (1988), "Principessa Mononoke" (1997), "La Città Incantata" (2001) e "Il Castello Errante di Howl" (2004) tra i maggiori titoli. Ma per questo interessantissimo progetto ritroviamo anche Naoya Tanaka, character designer, altro nome noto dello studio d'animazione di Miyazaki e Takahata.
La storia che da vita a questo mediometraggio è tratta direttamente dal manga di Kuroda, una storia che ha poco, anzi nessun sapore della terra del sushi e porta sullo schermo sapori ma anche odori di una terra a noi più vicina: l'Andalusia. La cultura di uno sport tutto europeo, le tradizioni locali e le vicende personali rappresentano i punti cardini dell'intera storia. Questo giorno per la piccola località del sud della Spagna è speciale. La "vuelta", il giro di Spagna, passa proprio per le vie cittadine ma l'esaltazione è solamente per Pepe, il corridore professionista che è nato e cresciuto proprio in quelle vie. Il giorno è importante anche perché il fratello di Pepe, Angel, si sposta con l'ex fiamma del ciclista, Carmen. Questioni personali dunque si mischiano a problemi d'ambito lavorativo. Quella squadra ciclistica di cui lui è gregario infatti vorrebbe sacrificarlo, almeno secondo le volontà dello sponsor, ma la sorte vuole che il favorito e campione della squadra, Gilmore, si ritiri e Pepe, con un tocco di orgoglio, decida di intraprendere una fuga solitaria contro anche l'idea dell'allenatore.
La storia narra principalmente le gesta del protagonista, ma a fare da co-protagonista troviamo lo splendido scenario, le ambientazioni del sud della Spagna e i colori di una terra che anche l'autore di quest'anime (oltre a quello del manga) hanno chiaramente amato. Ogni particolare, dai costumi all'architettura, trasuda cultura spagnola. Ma anche il ciclismo sembra studiato, vissuto, calcolato. Uno sport forse non facile da comprendere, specialmente in terra nipponica. I soggetti principali sono sempre in primo piano. I fratelli Pepe e Angel sono sotto il microscopio delle lenti delle telecamere (virtuali) e pochi flashback servono a chiarire rivalità e rancori. Pochi altri sono comprimari, come l'allenatore e la squadra di Pepe da un lato e Hernandez, il proprietario del Bar, e tutti gli invitati al matrimonio dall'altro. Importanti per spezzare la tensione sono i piccoli momenti comici e l'allegra atmosfera che in generale aleggia su tutta la storia. Ma l'attenzione dell'intera cittadina è tutta sulla corsa e sul corridore compaesano. Ottima anche la cura per i dettagli, oltre che per le ambientazioni, anche per i nomi delle squadre e i colori delle loro divise: Pamei per Mapei o P-com per T-com nel rispetto dei diritti di copyright e altri brand (paganti) presenti senza storpiature di forma. Kosaka, anche se al suo esordio in regia, dimostra una grande maturità guidando l'attenzione degli spettatori sempre al centro delle vicenda.
Cambiando argomento, passiamo all'aspetto visivo, senza d'ubbio la parte migliore dell'intera produzione. La prima di Kitaro Kosaka, braccio destro dei maestri Miyazaki e Takahata, affermazione che da sola vale più di un curriculum, è davvero un ottima prova. Anche se una produzione della durata di meno di un ora, cosa che non lo piazza nella categoria dei lungometraggi, Estate Andalusa è, sopra ogni discussione, un progetto notevole, dalla qualità visiva strepitosa. Al reparto animazione troviamo lo studio MadHouse che di certo non ha bisogno di presentazione sulla loro qualità visiva. Fondali eccezionali, animazioni superlative e piccole incursioni di animazioni CGI sono alla base di questo progetto. Riguardo quest'ultimi sono stati utilizzati in poche scene, soprattutto in quelle stradali, ma molto ben filtrate, che ricordano proprio quei piccoli interventi che lo Studio Ghibli ha utilizzato per Howl. Sorprende molto la cura nell'illustrazione del mondo del ciclismo, dai singoli ciclisti, tra postura e muscoli, fino ai movimenti delle intere squadre. Il culmine è raggiunto nelle ultime centinaia di metri della corsa, momento in cui gli spasmi non solo facciali degli atleti sono al centro dell'attenzione. In questo momento a cambiare è anche lo stile visivo, il disegno. I tratti si fanno più duri, più convulsi; i colori si fondono quasi insieme per un senso di velocità quasi palpabile. Pochi secondi per poi ritornare com'era tutto iniziato.
Melanzane - Estate Andalusa è un prodotto di altissimo livello, anche se considerato principalmente il biglietto da visita di Kitaro Kosaka, come a voler dire "sono pronto, adesso posso dirigere una grande produzione". Ma comunque si tratta di un ottimo mediometraggio, una storia davvero appassionante, come pochi prodotti animati hanno saputo portare sullo schermo; intensa, con un intermezzo all'ultimo metro e un buon finale, per non parlare della cura dei dettagli e dell'aspetto visivo. Molti prima della visione potrebbero anche chiedersi il perchè della presenza della parola "Melanzana". La risposta si trova nella cultura del posto, nei prodotti culinari e perfino nella gente. Un segno, un legame che lega tutti i personaggi della storia. Un mediometraggio consigliato veramente a tutti, senza nessuna restrizione. Peccato soltanto per la modalità video 4:3 originale, cui sarebbe stata perfetta una più cinematografica 16:9.
A portare in Italia il mediometraggio è il distributore ShinVision, che inserisce nel suo ricco catalogo un altro ottimo prodotto animato, lavoro garantito anche da un eccellente lavoro dei doppiatori, di cui tra i maggiori troviamo Lorenzo Scattorin, Marco Balzarotti, Cinzia Massironi e Riccardo Rovatti, senza dimenticare il loro direttore Gualtiero Cannarsi, più che una garanzia nel settore. Il mediometraggio è uscito in patria nell'estate 2003, mentre arriva nel nostro paese tre anni più tardi, la prima volta inserito all'interno della collana Japan Animation della DeAgostini, edizione curata da ShinVision e poi passata in mano alla Exa Cinema e alla sua giovane etichetta Fool Frame che ne cura un'edizione speciale multi disco con molti inserti speciali.